3 motivi per NON lanciare un sito e-Commerce.
Ci sono 3 motivi per cui NON dovresti aprire un e-commerce? Hai voglia! La mia è una riflessione in controtendenza: tutti sono ad elencare le meraviglie di un business online e nel dettaglio del “commercio elettronico”, la semplicità con cui può essere avviato, il fatto di non avere delle mura o costi di avvio onerosi, personale per gestirlo ridotto. In una decina d’anni di attività mi sono ritrovato, in diverse occasioni, a sconsigliare di creare e-Commerce sopratutto perché il cliente dal quale proveniva la richiesta, non aveva nemmeno idea di cosa significasse.
Ecco tre motivi per NON lanciare un sito e-Commerce
(O almeno per pensarci bene prima!)
- Affitto del locali
- Posizione dei locali
- Sindrome del supermercato
Ok, Antò ti sei rincoglionito, scrivi e-Commerce e poi mi parli di locali?
Per forza! Come si fa a spiegare a chi non è un addetto ai lavori cosa comporta aprire un e-Commerce?
Sei un imprenditore di successo, hai un’azienda, dei dipendenti magari anche una catena di negozi, credi sia così banale trasferire la tua attività online?
Vedi Antonio, la logistica non mi spaventa, trasferiamo tonnellate di merce tra i nostri 30 punti vendita.
Programmare la rotazione di merce tra i negozi non è la stessa cosa che spedire una singola maglia ad un singolo acquirente, c’è la stessa differenza che passa tra ingrosso e dettaglio.
Ma andiamo per punti e scopriamo i 3 motivi per cui NON dovresti aprire un e-commerce.
1. Affitto dei locali
In questa voce, metaforicamente, racchiudo una serie di costi non trascurabili. E’ vero che non ci sono locali da affittare per avviare un e-Commerce (magari il magazzino c’è già o non si vendono prodotti fisici), nemmeno voglio fare l’analogia locali -> server, che è abbastanza banale. Per Affitto dei locali intendo tutti i costi da sostenere: costruzione del portale web, addestramento del personale, inserimento dei contenuti, manutenzione del sito Web, costi del server.
Costruzione del sito Web: tra i 3.000 ed 10.000 €, per un progetto di piccole/medie dimensioni di tipologia b2c (rivolti al consumatore finale). Per progetti complessi con dinamiche b2b (rivolto ad aziende) si arriva facilmente a 50.000 € di budget. Si 50k per la sola costruzione del sito.
Addestramento del personale: occorre taaaanto tempo, per imparare ad utilizzare il portale, ma anche per spiegare alla logistica come organizzare le spedizioni per evitare ritardi. Soprattutto se lo staff fino a poche settimane prima si occupava di tutt’altro.
Inserimento e gestione dei contenuti: altro tasto dolente in termini di tempo. Si possono predisporre tool di importazione o sincronizzazioni con gestionali, ma in questo caso l’investimento diventa di natura economica. In caso in cui il gestionale non ci sia, i dati devono essere inseriti a mano. E le foto esistono? Le schede prodotto?
Dai Antonio, ma online si trova tutto!
Ecco la frase che mi fa scappare solitamente. Se non trasmetti personalità al tuo negozio virtuale, alle schede prodotto, non è che non venderai mai, ma non sarai nemmeno notato in mezzo alla folla.
Manutenzione del sito e costi del server: a seconda delle dimensioni del sito l’hosting sarà costoso. Delle buone performance sono indispensabili per garantire una buona esperienza utente, ma anche per favorire il posizionamento sui motori di ricerca. I software inoltre si aggiornano, per non parlare di plugin (ulteriori software per aggiungere funzionalità), è quindi necessario un backup (salvataggio periodico dei dati) oltre che tenere sempre aggiornati i software.
2. Posizione dei locali
Entri in un negozio ed è semplicemente fantastico: prezzi incredibili, vasto assortimento, personale gentile e cordiale, arredamento perfettamente in tema, atmosfera unica. Poi esci fuori e ti ritrovi nel deserto. Il senso è: un negozio senza visitatori è assolutamente inutile. Investire tutto il budget per assolvere al punto 1 (affitto dei locali) ma poi aprire un negozio nella periferia di un paesino di 300 anime è abbastanza stupido. Meglio partire in piccolo, ma a Via Montenapoleone!
Per un sito e-Commerce l’unica, vera linfa vitale è il TRAFFICO. Se apri devi preoccuparti di portare traffico, possibilmente qualificato ed in target, che sia composte da persone interessate a quello che vendi. E se il consulente che hai interpellato ti parla di budget, tu non scappare come se ti avesse detto di avere la peste. Stimare un budget per una campagna Marketing è necessario per pensare di arrivare a fine anno non dico a “break even“, rientrando quindi dell’investimento, ma almeno senza esserti dissanguato.
3. La sindrome del supermercato
Antò ho un assortimento da paura: dalle lime per le unghie alla sonda per Marte.
Questa è un’altra frase che mi fa scappare. Pochi player possono permettersi di vendere di tutto ed in questi pochi non ci sei tu. Almeno in fase iniziale, e per un bel po’, devi scegliere una fetta di mercato molto piccola (no, ancora più piccola di quella che stai pensando) e concentrarti su quella.
Questo piccolo pezzetto si chiama “nicchia” ed è un concetto fondamentale per fare business online: una nicchia è una specifica tipologia di persona, che è il tuo cliente perfetto. Tutto ruota attorno a questa figura, devi parlare con lui, in un linguaggio specifico, quello che dici deve “risuonare” con lui, il quale deve convincersi che il tuo è il miglior posto del web dove poter fare quel determinato acquisto.
Ma quindi non conviene avviare un e-Commerce?
Abbiamo scherzato con questi 3 motivi per cui NON dovresti aprire un e-commerce, ma rimane il fatto che il mercato del commercio online è “vagamente” in crescita.
Aprire un e-Commerce è un’ottima idea, le potenzialità sono davvero enormi, ma occorre abbandonare ogni preconcetto e comprendere che è un business come un altro ed in quanto tale necessità di investimenti, sia di natura economica che in termini di tempo.